Bibliografia Ferroviaria Italiana

 

Treno 8017. Il più grave disastro ferroviario italiano

 

Articolo tratto da: La Stampa edizione del mattino - Torino, 8 marzo 1944, pagina 1

 


 

La Stampa - Torino, 8 marzo 1944

La catastrofe ferroviaria dell'Italia invasa
Gravi responsabilità dei "liberatori" emerse dalle prime notizie
Non si trattava di un treno viaggiatori, ma di un "merci„ composto di carri-ghiaia, su cui era stipata, con pochi militari, gente del popolo - Il convoglio troppo lungo nella galleria a un solo binario

Lisbona, 7 marzo.

I particolari venuti in luce sulla catastrofe della galleria ferroviaria nell'Italia invasa, mentre ne accentuano la gravità in quanto il numero dei morti, dato ieri in oltre cinquecento, tende ancora a salire, rivelano una circostanza che il Servizio britannico di informazioni, nel trasmettere la prima notizia, ha omesso: il treno rimasto sequestrato nella galleria, non era, cioè, riservato ai viaggiatori, ma un treno merci, composto in massima parte di carri per la ghiaia. Anche su tali carri, che sono aperti, erano stati messi a viaggiare militari e civili, e tra questi ultimi nuumerose donne e bambini. Sembra che di civili, operai e povera gente del popolo, fosse composta la massa dei viaggiatori; i rimanenti erano militari.
Sino a questo momento non si sa su quale linea sia avvenuto il disastro: le notizie qui pervenute parlano di una linea che si dirama verso est, ma non la specificano. Il treno, di una lunghezza eccessiiva, con tutto quel carico di merci e di persone stipate alla rinfusa, si è fermato poco oltre l'imboccatura della galleria davanti alla stazione della linea. Dai primi accertamenti si deduce che il macchinista fu costretto ad arrestare la locomotiva appunto per il peso eccessivo del convoglio.
Avvertita la stazione, mentre si stava provvedendo a costituire un treno ausiliario, il treno merci veniva lasciato nella galleria, dalla quale non poteva muoversi. E' stato allora che il fumo della macchina, compresso nel sotterraneo, che fra l'altro non è tracciato su rettifilo ed è a un solo binario, ha provocato l'asfissia in massa dei disgraziati viaggiatori.
Scene di indicibile strazio si sono verificate specialmente tra le donne e i bambini, tra i quali i morti sono numerosi. Molti dei poveretti sono stati trovati soffocati a terra: segno che avevano tentato di porsi in salvo, avviandosi verso l'uscita. La maggior parte delle vittime è data dai civili. Nel gruppo dei militari feriti, si trovano anche vari soldati inglesi.
Del personale del treno si è salvato il solo fuochista. Sessanta persone, trasportate all'ospedale in condizione di asfissia, sono rinvenute e possono considerarsi salve.
Mancano ulteriori notizie, ma quelle finora trasmesse dagli inglesi con il contagocce — e se ne comprende il perché — bastano ad inquadrare il tragico episodio nei sistemi usati dai «liberatori» nei riguardi dei nostri disgraziati connazionali caduti sotto il loro dominio. Due fatti principali emergono: prima, i carri della ghiaia usati come mezzo di trasporto delle persone civili; secondo, la lunghezza del treno immesso in una galleria a forti curve e stretta, dove un elementare senso di prudenza (se non di umanità, che con gli angloamericani non è il caso di parlarne) avrebbe consigliato di non avviarlo. Ed anche questi sistemi offriamo a coloro che aspettano la venuta di quei signori...